Sceneggiatura: Brian S. O'Malley, Steven Darancette

Dopo infinite guerre e cataclismi, la Terra si è trasformata in un pianeta inospitale e desolato, percorso da tribù nomadi e da schiere di feroci mutanti che sopravvivono di razzie e di violenza. La civiltà del 20° secolo è un lontano ricordo che si colora sempre più dei vaghi contorni del mito, ma ancora, tra le genti imbarbarite, si favoleggia di una misteriosa "sorgente" che custodirebbe i segreti della scomparsa tecnologia.
Slangman, un avventuriero che custodisce come un raro tesoro le pagine di un libro scampato alla distruzione, Atlatl, il suo fedele compagno muto, e una donna che hanno incontrato nel loro vagabondare, si mettono in marcia per raggiungere la "sorgente". Ma il crudele Oblivious e i suoi mostruosi guerrieri Mathalion li sorvegliano, pronti ad intervenire al momento opportuno: chi arriverà per primo ad impadronirsi del segreto degli uomini potrà dominare il mondo indirizzandolo verso un nuovo corso.

In America, Bleak Future è considerato un buon esempio di cinema indipendente, tanto povero di mezzi quanto ricco di spunti fantasiosi e originali.
Paragonato ad un "road movie" post-apocalittico girato in Super 8, si sviluppa tra toni seri e parodistici, giocando con gli stereotipi del genere, nei panorami naturali - e poco costosi da filmare - del "Death Valley National Park", in California.