OFFRET
  
Titolo italiano: IL SACRIFICIO
Produzione: 1986 - Svezia, Svenska Filminstitutet/Argos Films/Film Four International, col., 149 min.
Regia: Andrei Tarkovsky
Sceneggiatura: Andrei Tarkovsky
Effetti speciali: Lars Höglund , Lars Palmquist
Musica: brani da Johann Sebastian Bach, Watazumido Shuso
Interpreti: Erland Josephson, Susan Fleetwood, Allan Edwall, Gudún S. Gísladóttir, Sven Wollter, Valérie Mairesse, Filippa Franzén, Tommy Kjellqvist, Per Källman, Tommy Nordahl

Su una remota isola svedese, un uomo e un bambino stanno innaffiando un albero rinsecchito che hanno appena piantato in terra: secondo una antica favola giapponese il tronco, se curato con amore, rifiorirà... L'uomo è Alexander, artista e intellettuale a riposo, e il bambino è il suo figlioletto, reduce da una delicata operazione alla gola che gli impedisce di parlare. E' il giorno del compleanno di Alexander, e la moglie, il medico di famiglia e il postino - suoi unici amici - si preparano a festeggiarlo degnamente. Ma la serenità del momento è turbata da un improvviso rombo nel cielo e dai notiziari della televisione che annunciano lo scoppio di una guerra atomica. Affranto dalla disperazione, Alexander si ritira in preghiera: forse l'offerta di se stesso a Dio potrà mutare il corso degli eventi e risparmiare l'umanità? Dio risponde, ma il sacrificio reclama la rinuncia dei valori più cari - la fedeltà coniugale, l'intimità dei ricordi, la casa - e Alexander verrà da tutti creduto improvvisamente colto dalla follia. Quando l'ambulanza lo conduce via, il bambino comincia a parlare, ai piedi dell'albero...

Difficile raccontare un film complesso come questo, che sviluppa una sofferta riflessione sulla responsabiltà soggettiva dell'uomo nella storia, sulla traccia di una rappresentazione allegorica dell'immagine, della parola, del gesto. Il protagonista che sceglie l'irrazionale - piegandosi allo scandalo dell'adulterio e non esitando ad incendiare la casa - si purifica da un vivere quotidiano scaduto a vuota apparenza e indirizzato all'autodistruzione, per indicare alle future generazioni - Tarkovsky dedica questo film/testamento al figlio - il dovere di incidere nell'esistenza, di rompere un corso del tempo sfuggito alla nostra volontà. Il sacrificio di Alexander non è astrazione mistica, ma azione tesa a riscoprire il significato della realtà e il ruolo attivo dell'uomo.

Stilisticamente notevole nella ricerca di una continuità di significato tra contemplazione artistica e rappresentazione del quotidiano (sorprendente è la sequenza iniziale che si apre con l'inquadratura dell'"Adorazione dei Magi" di Leonardo da Vinci e slitta sulla sagoma dell'albero), il film chiude con perfetta coerenza l'opera poetica di Tarkovsky.
Da un punto di vista narrativo, oltre ai profondi richiami religiosi e ideologici, è rilevante il tema dell'apocalisse atomica - fonte di ispirazione di tanta fantasociologia cinematografica - risolto, qui, con esemplare intensità drammatica.
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