THE DEAD ZONE
  
Titolo italiano: LA ZONA MORTA
Produzione: 1983 - USA, Dino De Laurentiis Productions/Lorimar Film Entertainment, col., 103 min.
Regia: David Cronenberg
Sceneggiatura: David Cronenberg, Jeffrey Boam dal romanzo di Stephen King
Effetti speciali: Jon Belyeu, Michael Lennick
Musica: Michael Kamen
Interpreti: Christopher Walken, Brooke Adams, Tom Skerritt, Herbert Lom, Anthony Zerbe, Colleen Dewhurst, Martin Sheen, Nicholas Campbell, Sean Sullivan, Jackie Burroughs, Geza Kovacz, Roberta Weiss, Simon Craig, Peter Dvorsky, Julie-Ann Heathwood, Barry Flatman
Entrato in coma a seguito di uno spaventoso incidente stradale, il professor Smith (Christopher Walken) riprende coscienza dopo 5 lunghi anni. Il risveglio, nonostante le attenzioni del dottor Weizak (Herbert Lom), suo terapista, è per Smith un'esperienza traumatizzante: non soltanto egli apprende che Sarah, la sua fidanzata, si è nel frattempo sposata ed è diventata madre, ma avverte di aver acquisito una straordinaria facoltà intuitiva che gli permette di predire il futuro delle persone alle quali sfiora fugacemente la mano. Il "dono", che gli si rivela per improvvise visioni e si accompagna a stati di profonda prostrazione fisica, gli consente di salvare la figlia di un'infermiera da un incendio, un suo allievo dall'annegamento e di guidare la polizia nella cattura di un serial killer, ma gli predice anche che il leader politico Greg Stillson (Martin Sheen), attualmente impegnato nella campagna elettorale, sarà un giorno presidente degli Stati Uniti e condurrà il paese nel baratro di un conflitto nucleare contro la Russia. Posto di fronte ad una tragica scelta, Smith decide di adoperarsi per risparmiare all'umanità un futuro apocalittico e, armatosi di un fucile, si prepara ad uccidere Stillson durante la celebrazione di un comizio...

Come tutti i film di Cronenberg, anche questo è un'escursione nella dimensione dei poteri sconosciuti del corpo e della psiche, ma a differenza di altre occasioni, in questo caso, lo scontro dialettico con una realtà oggettiva che - dietro l'ordine rassicurante dei ruoli sociali dei personaggi - rimanda ad altro da sé, non si concretizza in allucinanti descrizioni di metamorfosi bio-metafisiche, rimanendo costantemente su un piano più astratto e suggerito. La "seconda vista" che perseguita Smith come un dono maledetto, è la porta di ingresso ad una "zona morta" nella quale è forse possibile rimodellare il corso degli eventi: sollecitata dal contatto fisico, che da casuale diventa via via sperimentato e voluto, agisce come una droga che produce assuefazione; i suoi effetti, desiderati e insieme temuti, danno al protagonista una vitalità creativa di sapore quasi divino che apre prospettive di onnipotenza ma indebolisce il fisico, stordisce la mente e carica l'anima di nuove, dolorose ansie. Allontanandosi in parte dallo spunto del romanzo di Stephen King (che pure ha considerato il film come tra le migliori trasposizioni cinematografiche delle sue opere) Cronenberg, significativamente, colloca il dramma esistenziale del protagonista tra le soglie della vita e della morte (l'incidente e il coma) costruendo un thriller parapsicologico e fantapolitico sull'irrisolvibile dicotomia tra finitezza della condizione umana e spinta ad una libertà trascendente.

Ottima prova di interpreti e di un regista che, pur alle prese con un prodotto destinato alla grande distribuzione, non rinuncia alle sue ossessive tematiche e al suo abituale rigore stilistico.

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