WOLFEN
  
Produzione: 1981 - USA, Warner/Film Capital Associates, col., 115 min.
Regia: Michael Wadleigh
Sceneggiatura: Michael Wadleigh, David Eyre dal romanzo di Whitley Strieber
Effetti speciali: Robert Blalack, Carl Fullerton
Musica: James Horner
Interpreti: Albert Finney, Diane Venora, Edward James Olmos, Gregory Hines, Tom Noonan, Dick O'Neill, Dehl Berti, Peter Michael Goetz, Sam Gray, Ralph Bell, Max M. Brown, Anne Marie Pohtamo, Sarah Felder, James Tolkan, John McCurry, E. Brian Dean, Jeffery Thompson, Victor Arnold, Frank Adonis
Il detective Dewey Wilson indaga sulla morte del "tycoon" Christopher Van Der Veer e di sua moglie, i cui cadaveri, orribilmente straziati, sono stati rinvenuti nel Bronx. La polizia sospetta che il delitto sia opera di terroristi, ma Wilson non lo crede, poiché dalla documentazione che è riuscito a raccogliere analoghe uccisioni si sono già verificate in altre città americane ai danni di poveri vagabondi. Il referto medico del dottor Whittington lo convince che le vittime sono state massacrate da un lupo: ma come spiegare la presenza di un simile animale in una metropoli quale New York? La risposta è in un'antica leggenda indiana secondo la quale una specie di lupi - sorta di divinità o impersonificazione del popolo pellerossa - avrebbe sviluppato forza e intelligenza superiori e sarebbe nascosta nei sotterranei o nei palazzi in rovina... Braccato dalle stesse belve alle quali sta dando la caccia, Wilson ha, infine, un drammatico confronto con il possente capo branco che riesce a comunicargli la ragione dell'omicidio: Van Der Veer, speculatore senza scrupoli, era in procinto di radere al suolo il vecchio quartiere dove gli animali si erano rifugiati...

Accolto positivamente dalla critica americana e forse un po' troppo sopravvalutato da quella francese, Wolfen è passato quasi inosservato in Italia o ha suscitato facili ironie per la sceneggiatura poco credibile o, addirittura, noia per la lentezza del ritmo. Secondo gli estimatori, comunque, il film avrebbe i pregi di un robusto thriller fantastico, ben calibrato tra elementi horror e fantascientifici, e non privo di messaggi sociologici: i "super-lupi" come gli indiani d'America sarebbero, in questa chiave di lettura, razze in via di estinzione, sopraffatte da una civiltà che ubbidisce soltanto alle ragioni del capitale.

Albert Finney fornisce una buona interpretazione, tratteggiando il detective Wilson come un uomo stanco e disilluso alla maniera degli anti-eroi chandleriani, ma i veri pregi del film sono dati dalla cupa ambientazione metropolitana fotografata da Gerry Fisher (prestigioso operatore di Losey, Lumet e Huston), dall'uso intelligente della steadicam di Garrett Brown e dagli effetti speciali che trasformano le sagome dei lupi in impressionanti creature infernali.

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