THE PEOPLE THAT TIME FORGOT
  
Titolo italiano: GLI UOMINI DELLA TERRA DIMENTICATA DAL TEMPO
Produzione: 1977 - G.B., Amicus , col., 90 min.
Regia: Kevin Connor
Sceneggiatura: Patrick Tilley dal romanzo di Edgar Rice Burroughs
Effetti speciali: John Richardson, Ian Wingrove
Musica: John Scott
Interpreti: Patrick Wayne, Sarah Douglas, Thorley Walters, Dana Gillespie, Shane Rimmer, Doug McClure, Tony Britton, Richard Le Parmentier, Jimmy Ray, John Hallam, Milton Reid, David Prowse

Un messaggio racchiuso in una bottiglia convince il maggiore Ben McBride ad organizzare una spedizione per soccorrere l'amico Bowen Tyler, disperso durante un'azione di guerra in prossimità del Polo. Partecipano all'avventura il paleontologo Edwin Norfolk, il meccanico Hogan e l'aristocratica Lady Charlotte Cunningham, reporter del giornale che ha finanziato l'impresa. Gli esploratori viaggiano in nave e poi, quando i ghiacci li bloccano, a bordo di un biplano, finché, assaliti da un pterodattilo improvvisamente apparso nel cielo, sono costretti ad atterrare in una misteriosa vallata che un'invalicabile catena montuosa protegge dall'inclemenza del clima polare. Qui, nella leggendaria Caprona - il continente di origine vulcanica, popolato da mostri preistorici e da barbare tribù - McBride salva la vita ad una ragazza indigena dalla quale apprende che Tyler è ancora vivo, ma è prigioniero della crudele gente dei Naga che pratica il sacrificio umano per propiziarsi Nagara Mata, temuto dio dei vulcani...

Il film è il seguito della Terra dimenticata dal tempo. Doug McClure interpreta Bowen Tyler, lo stesso che al termine della precedente avventura era stato dato per disperso, ma in questa occasione il protagonista è Patrick Wayne, figlio di John, nel ruolo di Ben McBride. Sarah Douglas nei panni di Lady Charlotte Cunningham costruisce lo stereotipo della ragazza intrepida, cara a molta letteratura protofemminista di inizio secolo, e Dana Gillespie è Ajor, l'affascinante ragazza delle caverne.

Il film non manca di ritmo, ma presenta vistose lacune nella sceneggiatura e risulta un po' ingenuo nell'affidarsi alla tecnica degli effetti speciali costruiti su modellini e fondali dipinti. Più fantasiosa è la descrizione dei battaglieri Naga, l'abbigliamento dei quali è un curioso mix di medioevale giapponese e di fantasy alla Frazetta.
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