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THE
GIANT SPIDER INVASION |
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Titolo
italiano: L'INVASIONE
DEI RAGNI GIGANTI |
Produzione:
1975
- USA, Cinema Group 75/Transcentury Pictures, col., 84 min. |
Regia:
Bill
Rebane |
Sceneggiatura:
Robert
Easton |
Effetti
speciali: Richard Albain, Robert Millay |
Musica:
Ito Rebane |
Interpreti:
Steve
Brodie,
Barbara
Hale,
Alan Hale Jr., Robert Easton, Leslie Parrish, Christiane Schmidtmer, Kevin
Brodie, Tain Bodkin, Bill Williams, Dianne Lee Hart, Paul Bentzen, J. Stewart
Taylor, William W. Gillett Jr., David B. Hoff |
Kester,
un agricoltore del Wisconsin, raccoglie alcuni frammenti di un meteorite
credendo che abbiano un inestimabile valore. In realtà si tratta
di misteriose uova che una volta dischiuse generano mostruosi aracnidi di
proporzioni gigantesche. L'intera regione rischia di essere messa a soqquadro
dalla furia devastatrice dei ragni giganti. Mentre lo sceriffo Jones si
prodiga per far evacuare la città in pericolo, il dottor Vance e
l'astronoma Jenny Langer, già messi in allarme dalla caduta del meteorite,
intervengono prontamente e con l'aiuto dell'esercito sventano la minaccia. |
Kester è interpretato da Robert Easton che firma anche la sceneggiatura;
lo sceriffo Jones è Alan Hale Jr., figlio del noto caratterista Alan
Hale compagno di Erroll Flynn in tante belle avventure; Vance e Jenny Langer
sono impersonati rispettivamente da Steve Brodie e da Barbara Hale... Il
mostro, infine, a detta di molti, sarebbe una Volkswagen truccata da ragno
gigante! |
Scarsamente
originale e poco o niente interessante sotto il profilo degli effetti speciali,
il film è un anacronistico e inutile tentativo di riproporre un filone
tipico degli anni '50. Un'operazione commercialmente sbagliata, oltre che
fuori tempo massimo, diretta in maniera anonima che coinvolge attori poco
convinti, certamente più a loro agio sul piccolo schermo. |
A
riprova, comunque che anche le pellicole mediocri possono avere i loro estimatori,
Stephen King, nel suo "Danse macabre", lo cita ricordando la scena
in cui una donna beve un frullato di vitamine senza sapere che dentro il
frullatore è caduto poco prima un bel ragnetto cicciottello: sarebbe
questo "... quel momento di frisson, l'attimo in cui le brancolanti
dita del regista scoprono un varco nelle nostre difese, vi si infilano,
e premono uno di quei punti di pressione psicologica" che creano un
legame emotivo tra pubblico e personaggio. |
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