ZARDOZ
Titolo italiano: ZARDOZ
Produzione: 1973 - G.B., John Boorman Production/FOX-Rank, col., 104 min.
Regia: John Boorman
Sceneggiatura: John Boorman
Effetti speciali: Jerry Johnston
Musica: David Munrow
Costumi: Christel Kruse Boorman
Interpreti: Sean Connery, Charlotte Rampling, Sara Kestleman, Saley Anne Newton, John Alderton, Niall Buggy, Bosco Hogan, Jessica Swift, Bairbre Dowling, Christopher Casson, Reginald Jarman
Nel 2293, Zardoz, misteriosa divinità simboleggiata da una gigantesca testa di pietra volante, impone agli sterminatori il compito di uccidere senza pietà gli esseri umani regrediti allo stato primordiale. Zed, uno degli sterminatori, riesce ad entrare nella maschera di Zardoz e scopre l'esistenza di Vortex, un mondo nel quale si controlla la forza gravitazionale e nel quale la morte si rigenera in vita consentendo a pochi eletti di vivere da immortali.
Impianto fantascientifico per un film che è un'allegoria della crescita dell'uomo: attraverso lo smascheramento del dio, nell'avventura di Zed si riassume il senso della presa di coscienza da parte dell'individuo dei limiti di un sistema sociale fondato sulla violenza istituzionalizzata che si riflette all'esterno nell'imposizione di una cieca obbedienza e all'interno nella repressione di ogni sorta di emozione: un mondo in cui la ragione si è sospesa in una ferma, asettica fortezza difesa dalla violenza. Nel momento in cui Zed fa esplodere le contraddizioni di Vortex, crolla insieme alla limperscrutabiltà del "dio-sistema" anche l'innocenza originaria dell'individuo e l'individuo è chiamato a diventare artefice del proprio destino: alla giovinezza segue la vecchiaia; ad una passiva e apparentemente piacevole accettazione, un sacrificio... Il riappropriarsi della vita impone anche il riappropriarsi della morte.

Boorman adotta un linguaggio visionario paludato di simbolismi (a cominciare dal titolo: Zardoz non è altro che la contrazione de "The Wizard of Oz"), di ambiziosi rimandi filosofici che non disdegna suggestioni da cinematografia sperimentale. L'opera può risultare di difficile acquisizione e appesantita da un eccesso di intellettualismo, ma il risultato, innegabilmente, è affascinante.

Bella l'interpretazione di Sean Connery nel ruolo di Zed, inizialmente pensato per l'attore Burt Reynolds.