DIABOLIK
  
Produzione: 1968 - Italia/Francia, Dino de Laurentiis Cinematografica/Marianne Productions, col., 105 min.
Regia: Mario Bava
Sceneggiatura: Dino Maiuri, Brian Degas, Tudor Gates, Mario Bava dal soggetto di Angela e Luciana Giussani, Dino Maiuri, Adriano Baracco
Musica: Ennio Morricone
Interpreti: John Phillip Law, Marisa Mell, Michel Piccoli, Adolfo Celi, Claudio Gora, Mario Donen, Renzo Palmer, Caterina Boratto, Lucia Modugno, Annie Gorassini, Carlo Croccolo, Lidia Biondi, Andrea Bosic, Federico Boido, Tiberio Mitri, Isarco Ravaioli, Giorgio Sciolette, Terry-Thomas, Francesco Mulé
Dopo aver rubato dieci milioni di dollari sotto gli occhi dell'ispettore Ginko (Michel Piccoli), Diabolik (John Phillip Law) festeggia il successo insieme alla sua compagna Eva Kant (Marisa Mell) e già pensa come rubare la preziosa collana di smeraldi di Lady Clark e beffare ancora una volta la polizia. Il furto dei gioielli, messo a segno con audacia rocambolesca, desta grande scalpore, e Ginko, non sapendo più quale strategia adottare, accetta l'offerta del boss della malavita Ralph Valmont (Adolfo Celi) che promette di tendere al fantomatico ladro una trappola infallibile. Ma Diabolik elimina il rivale, libera Eva che gli era stata rapita, e risponde al drastico giro di vite annunciato dal governo minando gli uffici del fisco e precipitando le casse dello Stato sull'orlo della bancarotta. Per proteggere le residue risorse della nazione, il governo decide di fondere l'intera riserva aurea in un unico lingotto di 20 tonnellate e di trasportarlo in treno in un luogo sicuro. Diabolik non resiste alla tentazione di un nuovo colpo, ma quando entra in possesso dell'oro e tenta di fonderlo in piccoli lingotti, viene assalito dagli uomini di Ginko all'interno del suo stesso rifugio. Investito da un getto d'oro fuso, Diabolik è forse sconfitto per sempre...
Ispirato alle imprese del popolarissimo ladro in calzamaglia nato dalla fantasia delle sorelle Angela e Luciana Giussani, Diabolik si rivelò, contro ogni previsione, un fiasco al botteghino; fu giudicato con severità o con degnazione da gran parte della critica italiana, ma riscosse fin dall'inizio recensioni lusinghiere in Francia, in particolare dai prestigiosi Cahiers du cinéma che ne lodarono l'impianto estetico. Oggi, è un cult-movie per quanti apprezzano la pop-art nel cinema o hanno interesse ai collegamenti tra cinema e fumetto.
Sotto il profilo narrativo, Diabolik appare, in verità, poco difendibile: un condensato - intrecciato in maniera meccanica - di tre storie apparse in edicola tra il 1963 e il 1965 ("Sepolto vivo", "Lotta disperata", "L'ombra della notte"); ma sotto il profilo stilistico, è un riuscito connubio di linguaggio cinematografico e segno grafico del fumetto. Il merito è di Mario Bava, regista creativo e spesso geniale, che si conferma specialista in effetti speciali tanto poco costosi quanto altamente spettacolari e attento sperimentatore dell'uso dei colori e della fotografia.
Diabolik sfiora la fantascienza così come la sfiorano i fantaspionistici degli anni '60, con i loro invulnerabili protagonisti, gli incredibili sviluppi avventurosi, la sfilata di bellissime "donne oggetto", le ambientazioni avveniristiche. Anche l'inafferrabile anti-eroe mascherato è una sorta di superuomo (...ma la scialba interpretazione di John Phillip Law ne fa poco più di un manichino animato...), taciturno, anarchico e amorale, ma, a differenza degli altri campioni del maschilismo a quei tempi imperante, monogamo e fedele ad una sola donna; la caverna nella quale si nasconde somiglia ad una astronave sotterranea, ad una villa-laboratorio fortificata, dotata di mille impensabili tecnologie; il mondo in cui vive è collocato nella dimensione della fantasia, in una società immaginaria (... ma già in parte, specchio dei tempi) nella quale la frenesia di vincere è l'esasperazione dell'ansia morbosa di emergere e distinguersi dalla massa uniforme e pavida.

Negli Stati Uniti è conosciuto con il titolo Danger: Diabolik.

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