THE REPTILE
  
Titolo italiano: LA MORTE ARRIVA STRISCIANDO
Produzione: 1965 - G.B., Hammer, col., 90 min.
Regia: John Gilling
Sceneggiatura: John Elder (Anthony Hinds)
Effetti speciali: Les Bowie
Trucco: Roy Ashton
Musica: Don Banks
Interpreti: Noel Willman, Jennifer Daniel, Ray Barrett, Jacqueline Pearce, Michael Ripper, John Laurie, Marne Maitland, David Baron, Charles Lloyd Pack, Harold Goldblatt, George Woodbridge
Harry Spalding si trasferisce con la moglie Valerie a Clagmoor Heath, un piccolo paese della Cornovaglia, nel cottage che ha ereditato dal fratello Charles, morto in circostanze mai del tutto chiarite. Turbato dalla inspiegabile diffidenza che la gente del luogo manifesta nei loro confronti, Spalding raccoglie le confidenze del padrone della locale taverna e capisce che in paese sono stati registrati altri delitti rimasti insoluti. Riesumato il corpo del fratello e di un'altra vittima, Spalding scopre che entrambi recano i segni del morso di un serpente mostruoso: il professor Franklyn potrebbe forse aiutarlo a risolvere il mistero, ma anche lui si mostra infastidito dalla sua presenza e si barrica dietro risposte evasive. Inaspettatamente, è Anna, la giovane figlia di Franklyn, ad offrire collaborazione a Spalding chiedendo a Valerie di farle visita per rivelarle un importante indizio... Ma l'invito è soltanto un'esca mortale. E' stata proprio Anna ad uccidere Charles e gli altri, sotto l'effetto di una terribile maledizione contratta in India da una setta di adoratori di serpenti. A causa del sortilegio, la ragazza si trasforma periodicamente, e contro la sua stessa volontà, in una donna-rettile che deve uccidere per sopravvivere.

Gilling riprende in chiave allegorica i temi della vendetta anticolonialista e della repressione sessuale nella società vittoriana che avevano già caratterizzato il precedente Plague of the Zombies, spostandosi più decisamente sul filone fantascientifico delle mutazioni. Il film nasce dal tentativo di arricchire il "parco mostri" della Hammer con nuove figure da incubo, ma, pur contando qualche momento interessante e inedito, si risolve in una implicita variazione sul tema del vampirismo e della licantropia.
Entro questi limiti e sebbene privo di interpreti carismatici, per alcuni critici è tuttavia un piccolo capolavoro della cinematografia britannica degli anni '60.

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