THE BIRDS
  
Titolo italiano: GLI UCCELLI
Produzione: 1963 - USA, Universal, col., 119 min.
Regia: Alfred Hitchcock
Sceneggiatura: Evan Hunter dal racconto di Daphne Du Maurier
Effetti speciali: Lawrence A. Hampton, Ub Iwerks
Suono elettronico: Remi Gassmann, Oskar Sala
Consulente per il suono: Bernard Herrmann
Interpreti: Tippi Hedren, Rod Taylor, Jessica Tandy, Suzanne Pleshette, Veronica Cartwright, Ethel Griffies, Charles McGraw, Ruth McDevitt, Lonny Chapman, Joe Mantell, Doodles Weaver, Malcolm Atterbury, John McGovern, Karl Swenson, Richard Deacon, Elizabeth Wilson, William Quinn, Doreen Lang
Melaine, ragazza viziata dell'alta società di San Francisco, incontra casualmente in un'uccelleria l'avvocato Mitch Brenner ed è attratta dal suo atteggiamento sicuro, ironico e beffardo. Con il pretesto di recapitargli due "pappagallini inseparabili" Melaine si reca a Bodega Bay dove Brenner vive con la possessiva madre Lydia e con la sorellina Cathy e, invitata a partecipare alla festa di compleanno della bambina (i due "inseparabili" sono un dono per lei), trova ospitalità presso Annie Hayworth, maestra nella locale scuola ed ex fidanzata di Mitch. Mentre tra i due giovani nasce l'amore, Bodega Bay è sconvolta da una improvvisa follia che rende aggressivi stormi di uccelli. Anticipati da casi insoliti e isolati, in un crescendo di terrore, gli uccelli colpiscono la scuola e l'abitato di Bodega Bay e costringono Mitch, la sua famiglia e Melanie a subire un allucinante assedio durante la notte. Vittima dello shock, Melanie cade in uno stato catatonico e la silenziosa tregua che gli uccelli sembrano improvvisamente stabilire consente a Mitch di tentare la fuga, insieme alla madre e a Cathy, verso San Francisco.

Costruito con tecnica minuziosa vicina al perfezionismo (difficile credere che, in realtà, molte sequenze furono impostate estemporaneamente sul set), il film si compone di quasi 1.400 inquadrature, 371 delle quali consistono in effetti speciali. Per girare le incursioni degli uccelli, oltre alla tecnica della sovrapposizione, si fece ricorso ad uccelli meccanici, ai gabbiani attirati con del cibo verso la macchina da ripresa e ai corvi ammaestrati dall'équipe di Ray Berwick ("Baldy", il corvo più docile del gruppo, divenne addirittura la mascotte della troupe e posò per le foto pubblicitarie assieme a Tippi Hedren ed Hitchcock). La lavorazione del film comportò grande stress per gli attori costretti a provare più volte con i loro pennuti antagonisti: se Taylor se la cavò con una buona dose di graffi e beccate, la Hedren - costretta a subire la furia di veri uccelli nella scena della soffitta - accusò un forte esaurimento nervoso che la allontanò per qualche settimana dal set.
Il film è privo di
commento musicale (gli unici due brevi sottofondi musicali sono le note del pianoforte suonato da Melanie in casa di Mitch e la canzoncina intonata dai bambini nella scuola di Annie) ma l'ingegnoso "silenzio" elettronico elaborato da Remi Gassmann e Oskar Sala scandito dall'inquietante battere di ali e dalle strida di uccelli non ne fa percepire l'assenza.

Ricco di geniali soluzioni visive fin dai titoli di testa con le lettere del cast frantumate dalle ombre saettanti degli stormi, il racconto dilata una frivola commedia sentimentale alle dimensioni di un orrore apocalittico. Ad una lettura psicoanalitica (Donald Spoto lo ha associato all'ideale trilogia composta da Psyco e da Marnie), il film si presterebbe ad una allegoria sulla crisi del conformismo borghese, fiaccato dalla solitudine, dai sensi di colpa, dalla paura di essere incompresi, e sulla riappropriazione violenta e traumatizzante dell'energia animalesca della passione. I personaggi del film vivono soffocati dall'ansia esistenziale fino a riscoprirsi cambiati dopo un'esperienza violenta. In questo contesto, la figura della "gabbia" (da quelle dei canarini e degli "inseparabili" maneggiate con noncuranza nell'uccelleria, a quelle figurative della cabina telefonica o della casa assediata) è l'elemento iconografico più suggerito: uscire dalla gabbia significa conquistare il senso di sè.

Il soggetto si ispira ad un breve racconto di Daphne Du Maurier che Hitchcock aveva già preso in esame per un possibile adattamento televisivo nella serie Alfred Hitchcock Presents. L'originalità della versione cinematografica sta nell'evitare qualsiasi spiegazione razionale o scientifica della rivolta degli uccelli e nella scelta di un inquietante finale aperto (il film non termina con la rituale parola "fine") dopo aver scartato l'ipotesi di far ritrovare i protagonisti fuggiti da Bodega Bay sullo sfondo del Golden Gate ricoperto di uccelli. The Birds lanciò sullo schermo la modella Tippi Hedren nel ruolo di Melanie (...la radice greca del nome significa bruna): Hitchcock che l'aveva notata in televisione in uno spot pubblicitario (la scena del bambino che fischia al suo passaggio è ripresa da quello) ne riplasmò l'immagine secondo i canoni della bionda glaciale ma vulnerabile, archetipo della figura femminile di tante sue opere.
Premiato dal pubblico, ma per lungo tempo colpevolmente sottovalutato dalla critica, The Birds è - con le parole scelte da Truffaut nell'insostituibile intervista Il cinema secondo Alfred Hitchcock - una "costruzione intellettuale" che, pur sfuggendo alla rigida classificazione in un genere, ripensa in maniera inedita il tema della rivolta della natura contro l'uomo, centrale in tanta fantascienza degli anni dell'impegno ecologico.

Nel ruolo della piccola Cathy fa la sua apparizione Veronica Cartwright che ritroveremo più volte in film di soggetto fantascientifico (
Terrore dallo spazio profondo, Alien, Navigator).
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