ECCO IL FINIMONDO
Produzione: 1964 - Italia, Documento Film, col., 90 min.
Regia: Paolo Nuzzi
Sceneggiatura: Paolo Nuzzi
Musica: Marcello Giombini

Alla fine degli anni '50, il cinema italiano scopre l'intrattenimento attraverso il documentario (tra i primi, e più conosciuti, La muraglia cinese, Europa di notte). La formula vorrebbe, nelle intenzioni, riflettere sulle tendenze e sulle contraddizioni dei nostri tempi, abbozzando - spesso con compiaciuta indulgenza - una satira di costume.
Il film documentario di Nuzzi si distingue dagli altri racconti di pseudo cinema-verità per suggerire una ipotetica evoluzione (o meglio involuzione) della società a seguito di un galoppante sviluppo tecnologico. Partendo da episodi storici e di attualità ed aggiungendo sequenze appositamente filmate, Nuzzi parla della imperante disumanizzazione dell'uomo e profetizza un prossimo futuro nel quale i sentimenti e il senso critico si arrenderanno alla superiorità delle macchine capaci non soltanto di trasportarci nello spazio, ma anche di automatizzare il lavoro fino a renderlo impersonale e di occuparsi del corpo umano come di uno strumento qualunque da riparare in un laboratorio-officina.

Una tecnologia, quella paventata dal regista, che significherebbe il "finimondo".

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