ISLAND OF LOST WOMEN

Titolo italiano: L'ISOLA DELLE VERGINI

Produzione: 1959 - USA, Jaguar Productions/Warner, b/n, 71 min.
Regia: Frank Tuttle
Sceneggiatura: Ray Buffum dal soggetto di Prescott Chaplin
Musica: Raoul Kraushaar
Interpreti: Jeff Richards, Venetia Stevenson, John Smith, Diane Jergens, June Blair, Alan Napier, Gavin Muir, George Brand
Partiti in volo alla volta di Melbourne per assistere ad una conferenza internazionale, il radiocronista Mark Bradley e il suo pilota Joe Walker sono costretti, a causa di un'avaria, ad atterrare su un'isola sconosciuta, nella quale vivono, tagliati fuori dal resto del mondo, il dottor Paul Lujan, un tempo brillante scienziato nucleare, e le sue tre figlie. L'uomo vi è giunto molti anni prima quando, disgustato dalla società, dalle guerre e dalla politica, ha preferito un esilio volontario per continuare con animo distaccato le sue ricerche. Temendo che Bradley e Walker possano tradire il suo segreto, Lujan distrugge il loro aereo, ma ciò non impedisce ai due - che nel frattempo hanno conquistato la fiducia delle ragazze - di progettare la fuga con un'imbarcazione. Mentre la situazione si fa più difficile per l'aperta ostilità di Lujan verso i due intrusi, un violento incendio che provoca l'espolsione del laboratorio risolve la faccenda: il fumo viene notato da un aeroplano e poco dopo giungono sull'isola i soccorsi.

Contrariamente a tanti altri film ambientati sulle isole semi-disabitate, in questa pellicola non ci sono mostri, creature mutanti o vulcani in piena eruzione. Non c'è neppure lo scienziato pazzo, anche se l'inselvatichito dottor Lujan (Alan Napier) non ha la testa completamente a posto (...non avrebbe, altrimenti, chiamato le proprie figlie con gli stravaganti nomi di Venus, Mercuria e Urana).
In questo film non c'è molta fantascienza, ma la storia ne condivide i cliché dell'avventura e la traccia dell'utopia: le tre ragazze - somiglianti ad amazzoni avvenenti vestite di tuniche succinte - non hanno mai visto un uomo (tranne il padre) in vita loro e il protagonista non è molto lontano dalle figure degli eroi alteri che avendo a sdegno la gente superficiale votano la propria esistenza alla purezza di un ideale.

Il produttore del film, anche se non risulta accreditato, è Alan Ladd.
Il regista Frank Tuttle, qui alla sua ultima prova, aveva già lavorato con Ladd firmando, tra gli atri, Il fuorilegge, un classico noir del 1942.
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