I MARRIED A MONSTER FROM OUTER SPACE
Titolo italiano: HO SPOSATO UN MOSTRO VENUTO DALLO SPAZIO
Produzione: 1958 - Usa, Paramount, b/n, 78 min.
Regia: Gene Fowler jr.
Sceneggiatura: Louis Vittes
Effetti speciali: John P. Fulton
Interpreti: Tom Tryon, Gloria Talbott, Peter Baldwin, Robert Ivers, Chuck Wassil, Valerie Allen, Ty Hungerford, Ken Lynch, John Eldredge, Alan Dexter, James Anderson, Jean Carson, Jack Orrison, Steve London, Maxie Rosenbloom, Mary Treen
Ad un anno dalle nozze, il matrimonio tra Marge e Bill è in crisi. La causa è lo strano comportamento dell'uomo che si mostra, improvvisamente, freddo e distaccato. La moglie non riesce a spiegarsene la ragione, ma quando un giorno decide di pedinarlo in una delle sue passeggiate solitarie, fa una terribile scoperta: Bill è posseduto da una creatura aliena che si materializza dal suo corpo ed entra in un'astronave nascosta in un bosco. La ragazza corre in paese per chiedere aiuto, ma si accorge con orrore che altre persone - nonno e sceriffo compresi - sono cadute vittime degli extraterrestri. Decisa ad risolvere il mistero, Marge affronta il "marito" e questi le confessa di provenire da un lontano pianeta il cui sole rosso, divenuto instabile, ha provocato la morte di tutte le loro donne: per evitare l'estinzione e perpetuare la specie lui e i suoi compagni hanno cercato nello spazio una razza simile, trovandola sul pianeta Terra. Marge sconvolta teme ormai che l'invasione non possa essere più fermata. Fortunatamente, ottiene ascolto dal dottor Wayne, il quale insieme a pochi altri si inoltra nella boscaglia e penetra nell'astronave. All'interno sono, in stato di animazione sospesa, Bill e tutti gli altri "posseduti": gli alieni in realtà hanno soltanto clonato le forme umane dei prigionieri, togliendo dalla circolazione gli originali. La distruzione delle macchine che permettono la duplicazione favorisce il risveglio degli uomini rapiti e la dissoluzione delle "copie". Agli invasori, ormai scoperti, non resta che la fuga verso pianeti più ospitali del nostro.

Il film è più interessante di quanto si creda. Costruito con buona suspence, poggia sulle belle interpretazioni di Gloria Talbott, la mogliettina spaurita ma battagliera, e di Tom Tryon, dovutamente legnoso e inespressivo nel ruolo del marito. Alcune sequenze di discreto impatto emotivo (l'uomo che dorme con gli occhi aperti; il fulmine che rivela, per un istante, nel suo volto il volto dell'alieno che lo "abita") testimoniano il buon mestiere del regista Fowler, già collaboratore di Fritz Lang.

Collocabile nel filone inaugurato dall'Invasione degli ultracorpi, la storia è raccontata dal punto di vista della donna e, in questo senso, può essere reinterpretata come la sublimazione dell'incubo di una ragazza repressa o insoddisfatta, sullo sfondo della inappagante quotidianità della provincia americana.

Nel 1998 è stato tentato un remake (I Married a Monster).
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