DR. JEKYLL AND MR. HYDE
Titolo italiano: IL DOTTOR JEKYLL
Produzione: 1931 - USA, Paramount, b/n, 98 min.
Regia: Rouben Mamoulian
Sceneggiatura: Samuel Hoffenstein, Percy Heath dal racconto di Robert Louis Stevenson
Effetti speciali: Wally Westmore
Fotografia: Karl Struss
Musica: Herman Hand, Rudolph G. Kopp, John Leipold, Ralph Rainger; brani da Johann Sebastian Bach
Interpreti: Fredric March, Miriam Hopkins, Rose Hobart, Holmes Herbert, Halliwell Hobbes, Edgar Norton, Tempe Pigott

Il dottor Henry Jekyll studia la possibilità di separare nella psiche umana la naturale propensione al bene dall'istinto animalesco al male. Ottenuto in laboratorio un siero, lo sperimenta su di sé trasformandosi nella quintessenza della malvagità. Credendo di poter controllare il suo spaventoso alter-ego al quale dà il nome di Mr. Hyde, Jekyll continua durante il giorno ad esercitare l'attività di medico, ma, lontano da occhi indiscreti, non esita ad assaporare l'estasi inebriante del male assoluto. Devoto alla sua fidanzata Muriel, nelle vesti di Hyde, il dottore sfoga le ansie represse godendo a maltrattare la povera gente e rendendo vittima del suo sconfinato sadismo la giovane prostituta Ivy. Gli effetti del siero, tuttavia, sfuggono inesorabilmente a qualsiasi controllo e Jekyll dopo aver strangolato Ivy e aggredito la stessa Muriel, viene scoperto nel laboratorio dall'amico Lanyon e dalla polizia. Nella sparatoria che segue al suo tentativo di fuga, colpito a morte, le orribili sembianze di Hyde lasciano il posto, per l'ultima volta, a quelle del benevolo Jekyll.

Approfondendo gli spunti del film diretto undici anni prima da John S. Robertson (Dr. Jekyll and Mr. Hyde), Mamoulian imposta la vicenda insistendo sulla dimensione psicologica del protagonista e sublimandone le pulsioni sessuali a momento di tragica ribellione: esemplificando la traccia del racconto di Stevenson ("scienza-esperimento-mutazione-violenza"), scandisce il percorso di un'infelice rivendicazione della piena personalità dell'individuo. Jekyll è uno studioso di fama, è una geniale mente razionale stimata dal mondo accademico, ma il suo sapere è incompleto, la sua ansia di scienza inappagata: represso da una educazione borghese e puritana e frustrato nella gioia dei sensi dal comportamento gelido e distaccato dell'aristocratica Muriel, Jekyll commette l'errore di voler conoscere interamente se stesso. L'uomo "rinasce" libero nella persona del misterioso Hyde (...necessariamente il "diverso" ha il fascino repulsivo dell'ombra sfuggente) e scopre nella generosa Ivy il riflesso di una Muriel disinvolta e allegra, consapevolmente desiderosa di vita e ribelle al pari (e più) di lui: ma le ferree regole delle convenzioni sociali sono impossibili da spezzare e la riappropriazione di sé non può essere che negativa ed effimera, improduttiva, nemica e destinata a circondarsi di morte.
Karl Struss, direttore della fotografia, contribuì con Wally Westmore, in un celebre piano-sequenza, alla trasformazione degli austeri lineamenti di Fredric March in una maschera scimmiesca, tracciando sul suo viso leggere strisce di trucco colorate sensibli a diverse tonalità di illuminazione che ne infossavano gli occhi o ne deformavano le mascelle (un analogo procedimento, ma con intenti contrari, Struss lo aveva usato per filmare la guarigione dei lebbrosi nel Ben Hur del 1926).
Miriam Hopkins interpreta Ivy.
Il ruolo di Jekyll, nelle prime intenzioni, doveva essere affidato al caratterista Irving Pichel: Frederic March vi guadagnò un meritatissimo Oscar.
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