RIVERWORLD
  
Produzione: 2003 - Nuova Zelanda/GB/Canada, Alliance Atlantis/Tasman Films/SciFi Pictures, col., 86 min.
Regia: Kari Skogland
Sceneggiatura: Stuart Hazeldine, basata sul ciclo di Philip Josè Farmer
Effetti speciali: Fuel International
Musica: Victoria Kelly
Interpreti: Brad Johnson, Karen Holness, Emily Lloyd, Jeremy Birchall, Kevin Smith, Nikita Kearsley, Brian Moore, Cameron Daddo, Jonathan Cake, Paolo Rotondo, Patrick Kake, Colin Moy, Lloyd Edwards, Crawford Thomson, Andrew Kovacevich, Winston Pitt, Russell Dixon, Slade Leef, Mac Jeffery Ong, Florian Habicht, Monsh Anand
Mentre emerge, nudo e ansimante, dalle acque di un enorme fiume in cui ha rischiato di annegare, l'ultimo ricordo di Jeff Hale, astronauta, è che sta precipitando nel suo shuttle in fiamme al termine di una disgraziata missione spaziale nel 2009. Come lui, molti altri uomini e donne stanno approdando attoniti sulla riva, dove ciascuno ottiene, dai numerosi contenitori metallici sparsi ovunque, un minimo di abbigliamento e di cibo. Tutti sono giovani, non vi sono bambini nè vecchi, e nessuno ha idea di che luogo sia quello, ma presto appare chiaro come la situazione sia oltre i limiti del soprannaturale. Tra i naufraghi, infatti, Jeff trova Alice, una ragazza che ricorda di essere stata ottuagenaria nel 1934, una sacerdotessa africana fatta schiava nel 17mo secolo, un ebreo detenuto in un campo di concentramento nazista, un antico romano che poi si scoprirà essere l'imperatore Nerone in persona, un feroce uomo di Neanderthal, e di lì a poco addirittura un extraterrestre proveniente da Tau Ceti.
Altre comunità si sono formate sulle sponde dell'interminabile fiume, e tra le più vicine una è composta dai predoni di Valdemar, subito spodestato da Nerone, l'altra dai liberi artigiani di Samuel, che sta costruendo un grande battello a ruote per esplorare il fiume. Inevitabile per Jeff ed i suoi compagni combattere i primi ed allearsi ai secondi, iniziando un viaggio verso l'ignoto, mentre tutt'intorno aleggiano le invisibili presenze degli esseri senza volto, artefici e controllori della rinascita del genere umano...

Il Mondo del fiume, meglio conosciuto in Italia come "Il fiume della vita", è il luogo (o forse il "non" luogo), creato nell'arco di oltre un ventennio dalla fervida fantasia di Philip Josè Farmer, che lo ha descritto in cinque voluminosi romanzi e alcuni racconti. Un mondo immenso e sconosciuto, attraversato da un incredibile fiume di incalcolabile lunghezza sulle cui rive si risvegliano, resuscitati, tutti i miliardi di esseri umani nati, vissuti e morti sul pianeta Terra dall'inizio dei tempi. Come, perchè e ad opera di chi tutto ciò avviene, è il mistero che dopo mille peripezie riusciranno a svelare gli altrettanto incredibili protagonisti del poderoso ciclo, certo uno dei più inconsueti e affascinanti della narrativa fantastica.
Arduo il compito di trasporre nelle dimensioni di un normale lungometraggio le tematiche complesse e di grande respiro proposte dalla saga, come la fede, la resurrezione, la natura e l'individualità dell'anima umana. Sceneggiatura e regia scelgono - prendendosi più di qualche libertà - di puntare sugli aspetti spettacolari della vicenda, delegando allo spettatore di cogliere i riferimenti più significativi dell'opera di Farmer. Una decisione che certo penalizza quella parte di pubblico che non la conosce, e che potrebbe essere accettata se - come in effetti appare - questo Riverworld fosse stato concepito come il pilot di una serie, il che consentirebbe gli ampliamenti e gli approfondimenti necessari. Non vi sono conferme in tal senso, ma l'impostazione appare prodromica a grandi sviluppi successivi, che il finale apertissimo sembra ulteriormente promettere.

Jeff Hale è interpretato da Brad Johnson (Esperimento Philadelphia 2), mentre tra i produttori va ricordato il regista Alex Proyas (Dark City).

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