MY STEPMOTHER IS AN ALIEN
  

Titolo italiano: HO SPOSATO UN'ALIENA

Produzione: 1988 - USA, Catalina Productions/Weintraub Entertainment Group, col., 105 min.
Regia: Richard Benjamin
Sceneggiatura: Jerico, Herschel Weingrod, Timothy Harris, Jonathan Reynolds
Effetti speciali: Grant McCune
Musica: Alan Silvestri
Interpreti: Dan Aykroyd, Kim Basinger, Jon Lovitz, Alyson Hannigan, Joseph Maher, Seth Green, Ann Prentiss, Wesley Mann, Tony Jay, Peter Bromilow, Nina Henderson, Harry Shearer, Adrian Sparks, Juliette Lewis, Tanya Fenmore, Karen Haber, Amy Kirkpatrick, Suzie Plakson, Robert Benedetti, Kevin McDermott, Robyn Mandell

Nel tentativo di provare l'esistenza di altre forme vita nell'universo, l'astrofisico Steve Mills lancia nello spazio segnali ad alta frequenza con i suoi radiotelescopi, ma un terribile temporale amplifica a dismisura le sue emissioni che, oltre a distruggere il laboratorio nel quale lavora, danneggiano gravemente i ricettori di un lontanissimo pianeta abitato da un popolo altamente evoluto. Gli extraterrestri, sorpresi da quello che potrebbe sembrare un attacco, inviano in missione esplorativa sulla Terra una loro agente. L'aliena, una ragazza di strepitosa bellezza, ma assolutamente ignara delle usanze e dei sentimenti umani, si presenta a Steve durante un party con il nome di Celeste Martin. L'uomo, che è vedovo ed ha una figlia tredicenne, subisce inevitabilmente il fascino della strana ragazza e ben presto le propone il matrimonio. Celeste conta sull'aiuto di "Bag" - una borsetta-computer tuttofare, comandata a voce, dotata di stupefacenti poteri e dispensatrice di utili consigli ma dalla personalità saccente e assolutamente rigida ai dettami della missione. La bella aliena si scopre a sua volta innamorata, decide di accettare la proposta di Steve, e dimostra di essere diventata "umana" a tutti gli effetti salvando dalle ire di Bag la bambina di Steve che ha infine scoperto l'origine extraterrestre della futura matrigna.
Alla fine, sull'astronave scesa per riportarla in patria, non salirà Celeste ma Ron, il fratello di Steve, incallito dongiovanni conquistato dall'avvenenza delle compatriote della sua affascinante cognata.

La critica, restia ad accontentarsi del puro intrattenimento, ha giudicato il film poco riuscito, piatto nella regia e sfilacciato in una girandola di gag diseguali. Il pubblico lo ha accolto con maggiore benevolenza, certamente anche trascinato da una splendida Kim Basinger che maneggia padelle roventi con le mani nude, fuma carote, beve acido di batterie, impara a baciare guardando Robert Taylor e Humphrey Bogart ed apprende le tecniche della seduzione da un film porno.

Rivelando una felice verve da commediante (dote peraltro poco sfruttata dall'attrice nel corso della sua carriera) la Basinger ruba più volte la scena a Dan Aykroyd e in più occasioni conferisce a Celeste i tratti di una disarmante innocenza e, insieme, l'energia di un animo caparbio costruendone il ritratto sui modelli della classica commedia americana.
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