DIAMONDS ARE FOREVER
  
Titolo italiano: AGENTE 007 - UNA CASCATA DI DIAMANTI

Produzione: 1971 - G.B., Eon Productions, col., 125 min.

Regia: Guy Hamilton
Sceneggiatura: Richard Maibaum, Tom Mankiewicz dal romanzo di Ian Fleming
Effetti speciali: Leslie Hillman, Whitey McMahon, Albert Whitlock
Musica: John Barry
Interpreti: Sean Connery, Jill St. John, Charles Gray, Lana Wood, Jimmy Dean, Bruce Cabot, Lois Maxwell, Norman Burton, Joseph Furst, Bruce Glover, Putter Smith, Laurence Naismith, David Bauer, Desmond Llewelyn, Bernard Lee, Leonard Barr, Margaret Lacey, Joe Robinson, David de Keyser
Non accreditati:
Ed Bishop,Trina Parks, Lola Larson, Valerie Perrine
Reduce dall'ennesima avventura contro la Spectre di Blofeld, l'agente 007 James Bond è assegnato ad un'indagine, apparentemente di normale amministrazione: suo compito è sgominare un contrabbando di diamanti agendo sotto l'identità di Peter Franks, uno dei corrieri dell'organizzazione criminale catturato dai servizi segreti, che deve effettuare una consegna al "contatto" di Amsterdam, l'affascinante Tiffany Chase. Bond non tarda a conquistare la simpatia della ragazza e, dopo averla convinta che è vittima di un ingranaggio spietato che non esiterebbe a sacrificarla, segue con lei le tracce dei trafficanti fino negli Stati Uniti, nel casino di Las Vegas del miliardario Willard Whyte.
L'indagine sembra vicina alla soluzione, ma una sorpresa attende ancora Bond: Blofeld, che egli credeva di aver ucciso, è, in realtà, ancora vivo ed ha sequestrato Whyte, impadronendosi del suo impero finanziario. Dagli inaccessibili uffici del miliardario, Blofeld, con la complicità di uno scienziato, controlla una base segreta di ricerche spaziali, e guida indisturbato il contrabbando delle pietre preziose con l'obiettivo di attivare un satellite armato di parabola al diamante per colpire gli armamenti nucleari delle grandi nazioni con la potenza di un raggio laser disintegratore.

Dopo la parentesi con George Lazenby, Sean Connery, stanco e appesantito, torna al ruolo di 007 e ad un genere che, ormai svuotato di spunti creativi, tende all'autoparodia. Per due terzi, Una cascata di diamanti è un convenzionale poliziesco (in linea generale, nella prima parte, abbastanza fedele al romanzo di Fleming) e per un terzo è un film di fantascienza che sembra ispirarsi ai logori meccanismi dei vecchi serial americani (lo scienziato pazzo o il criminale e il raggio della morte). Meno spettacolare del consueto, l'avventura arranca tra gag e scene d'azione slegate e frammentarie e perfino l'arcinemico di Bond (il pur bravo Charles Gray) e la Bond-Girl di turno (la splendida Jill St. John) - per non parlare poi dell'improponibile Felix Leiter interpretato da Norman Burton - appaiono sbiaditi al punto da farsi rubare la scena da personaggi di contorno come Bruce Glover e Putter Smith (la "simpatica" coppia di killer omosessuali) o il vecchio Bruce Cabot, nella sua ultima apparizione sullo schermo.

Tra i progetti inizialmente presi in considerazione per la sceneggiatura c'erano l'idea di impostare la vicenda come un effettivo sequel di Agente 007 - Al servizio segreto di sua Maestà e quella di riallacciarsi alla storia di Goldfinger, ripescandolo nella figura di un suo vendicativo fratello gemello.
Il film è, a tutt'oggi, l'ultimo della saga di James Bond in cui appare Ernst Stavro Blofeld: ad interpretarlo è Charles Gray, già visto in
Si vive solo due volte nel ruolo dell'agente Handerson.
Prima dell'accordo con Connery, si era pensato di affidare la parte di 007, rifiutata da Lazenby, all'americano John Gavin.
Il satellite progettato da Blofeld sarà esplicitatamente citato nel film James Bond 007 - La morte può attendere.

Giovanna Grassi, nella biografia dedicata a Sean Connery (edita da Gremese) ricorda che l'attore devolse l'alto compenso ricevuto per la sua interpretazione (più di un milione di dollari) al Credito internazionale di educazione della Scozia, ente impegnato al sostentamento e all'istruzione dell'infanzia povera o abbandonata.

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