AGENT FOR H.A.R.M.
  

Titolo italiano: AGENTE H.A.R.M.

Produzione: 1966 - USA, Dimension VI/Universal, col., 84 min.
Regia: Gerd Oswald
Sceneggiatura: Blair Robertson
Effetti speciali: Harry Woolman
Musica: Gene Kauer, Douglas M. Lackey
Interpreti: Peter Mark Richman, Carl Esmond, Barbara Bouchet, Martin Kosleck, Wendell Corey, Robert Quarry, Rafael Campos, Alizia Gur, Donna Michelle, Mark Snegoff, Chris Anders, Steve Stevens, Horst Ebersberg, Ray Dannis, Ronald Von, Robert Christopher, Robert Donner
Jim Graff (Wendell Corey), capo della H.A.R.M., incarica l'agente Adam Chance (Peter Mark Richman) di proteggere Janos Steffanic (Carl Esmond), uno scienziato giunto negli Stati Uniti dopo un'avventurosa fuga da Berlino Est. L'uomo è nascosto in una tranquilla cittadina costiera, ma le spie comuniste sono sulle sue tracce con l'ordine di ricondurlo in patria o costringerlo a rivelare il segreto di un'arma rivoluzionaria: un ordigno che spara proiettili che contengono misteriose spore extraterrestri portate sulla Terra da un meteorite.
Chi viene colpito non ha speranza di sopravvivere: le spore ne sciolgono, letteralmente, il corpo, riducendolo ad un informe mucchietto gelatinoso.

A giudizio della critica, Adam Chance è uno dei peggiori cloni di James Bond mai apparsi sullo schermo ed il film è una delle più noiose imitazioni delle pellicole di fanta-spionaggio.
Le ambientazioni che tutto sembrano fuorché i luoghi nei quali l'avventura dovrebbe svolgersi, l'umorismo involontario di certe situazioni e le numerose incongruenze della sceneggiatura banalizzano la premessa fantascientifica di un conflitto combattuto con armi batteriologiche ricavate da spore letali venute dallo spazio.
Tra gli attori visibilmente impacciati o disinteressati, spicca soltanto Barbara Bouchet - la doppiogiochista spia Ava Vestok - che, forse consapevole dell'insensato intreccio nel quale è coinvolta, rinuncia a recitare limitandosi a gestire la propria fotogenica avvenenza.

Titoli alternativi: Agent For Harm e The Harm Machine.
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