COME RUBARE LA CORONA D'INGHILTERRA ARGOMAN
Produzione: 1967 - Italia, Fida Cinematografica, col., 93 min.
Regia: Terence Hathaway (Sergio Grieco)
Sceneggiatura: Vincenzo Flamini, Dino Verde
Musica: Piero Umiliani
Interpreti: Roger Browne, Dominique Boschero, Edoardo Fayardo, Nadia Merlowa, Mimmo Palmara

La banda di Jenabell, "Regina del mondo", dimostra a Scotland Yard di non conoscere ostacoli rubando i gioielli della corona d'Inghilterra e la polizia, pur di riavere il tesoro, cede al ricatto dei ladri e consegna loro un grosso diamante creato artificialmente in un laboratorio atomico. La grossa pietra è indispensabile a Jenabell per attivare una macchina che duplica cose e persone: mediante automi e cloni, la donna sta per sostituire gli uomini più importanti del mondo e conquistare la Terra. A Londra si decide, però, di chiedere aiuto ad Argoman prima che sia troppo tardi.

Argoman, al secolo Reginald Hubert, è uno strano tipo di super-eroe. A cominciare dalla sua fedina penale che non è propriamente pulita. I poliziotti lo conoscono come ladro imprendibile, ma fin tanto che li aiuta, chiudono volentieri tutti e due gli occhi.
Argoman, quando "lavora", indossa uno sgargiante costumino giallo, ma quando è libero da impegni trascorre le giornate al sicuro nella sua bella isola privata, servito da un fedelissimo indiano, e costantemente informato su quanto accade nel mondo grazie ai computer ininterrottamente in funzione. Dotato di facoltà telepatiche e telecinetiche, di tanto in tanto, il super-uomo attira nel proprio rifugio bellissime ragazze in viaggio sul mare. Ma solo di tanto in tanto, poiché, dopo aver fatto all'amore, il nostro eroe sa che perderà temporaneamente i superiori poteri per un intervallo di 6 ore.
Impegnato in questo piacevole passatempo, incontriamo il protagonista all'inizio del film: la donna che cade nella rete è (quando si dice la coincidenza ...) proprio Jenabell, reduce dal furto, ma non ancora riconosciuta come super-criminale. E tra i due si profila già l'inevitabile confronto.

Benché oggi sia quasi dimenticato, il film è un tipico prodotto di una cinematografia italiana minore che alla fine anni '60 reinventava i generi ispirandosi ai fumetti, alle avventure di James Bond, e al cinema messicano dei super eroi mascherati.
Realizzato con discreta fantasia e momenti di azione, la storia permette al regista Grieco di giocare con robot, armi e laboratori avveniristici.
Belle donne, inseguimenti, pugni, sberle e un pizzico di umorismo completano il quadro.

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