ONE MILLION YEARS B.C.

Titolo italiano: UN MILIONE DI ANNI FA

Produzione: 1966 - G.B., Hammer/Seven Arts, col., 91 min.
Regia: Don Chaffey
Sceneggiatura: Michael Carreras dal soggetto del 1940 rielaborato da George Baker, Michell Novak e Joseph Frickert

Effetti speciali: George Blackwell, Les Bowie, Ray Harryhausen

Musica: Mario Nascimbene
Interpreti: Raquel Welch, John Richardson, Percy Herbert, Robert Brown, Martine Beswick, Jean Wladon, Lisa Thomas, Malya Nappi, Richard James, William Lyon Brown, Frank Hayden, Terence Maidment, Micky De Rauch, Yvonne Horner
Il giovane Tumak, insofferente della crudeltà di suo padre Akhoba, è cacciato dalla tribù degli uomini delle montagne. Sceso lungo la costa rischia di essere ucciso da una testuggine gigantesca, ma viene salvato da Loana e da altri uomini del popolo del mare. Entrato, poi, in conflitto con il capo Ahot, Tumak fugge insieme a Loana e torna sulle montagne dove Akhoba, nel frattempo, è stato deposto dall'altro suo figlio Sakana. Mentre la presenza della ragazza accende la passione del nuovo capo, la tribù deve affrontare gli uomini del mare che hanno seguito le tracce dei fuggiaschi. Una spaventosa eruzione vulcanica pone fine all'insensata guerra. Per i pochi superstiti, tra i quali i due giovani amanti, si tratta adesso di affrontare una nuova vita.
Abbandonato un progetto di rifare King Kong, la Hammer realizza un remake di Sul sentiero dei mostri affidandosi all'esperienza di Ray Harryhausen ed alla prorompente bellezza di Raquel Welch. Il risultato è un grosso successo che rilancia il filone pseudofantascientifico delle avventure in mondi preistorici, nel quale la verità preistorica è allegramente negata. In questo e in altri film (e già in quello del 1940) cavernicoli dalle sembianze di "fusti" hollywoodiani e di affascinanti "cover-girl" combattono dinosauri, pterodattili, ceratosauri, brontosauri, triceratopi ed altri animali estinti da tempo.
Nel film di Don Chaffey il ritratto della vita tribale è quanto mai approssimativo: i personaggi si esprimono con suoni gutturali e la principale differenza tra il popolo delle montagne e il popolo del mare è dato dal colore dei capelli e dall'uso delle armi. Il racconto è una storia di avventure e di amore nella cornice di una natura selvaggia - gli esterni vennero girati nelle isole Canarie - pronta a scatenarsi nella furia degli elementi.
Per la realizzazione dei trucchi, Harryhausen si servì della stop-motion ma accettò anche - per ragioni di economia - di ingigantire con effetti ottici comunissimi rettili.
Tra le scene più emozionanti, quella in cui la bella Raquel Welch viene ghermita dalle zampe di uno pterodattilo.
Inizialmente il ruolo di Loana era stato proposto ad
Ursula Andress che aveva già lavorato, un anno prima, con la Hammer e con John Richardson in La dea della città perduta.
La colonna sonora di Mario Nascimbene utilizza - con notevole anticipo sulle rielaborazioni musicali computerizzate - il sistema del "Mixerama" che consente di dilatare in studio un suono strumentale o vocale alterandone la qualità e la durata. Il musicista italiano sottolinea ed integra mirabilmente gli effetti di Harryhausen ed accompagna lo svolgimento della vicenda fin dal prologo nel quale polveri cosmiche, spirali di nebbia ed eruzioni portentose compendiano in pochi minuti la nascita del mondo.
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