LADRON DE CADAVERES
Produzione: 1956 - Messico, Internacional Cinematografica, b/n, 80 min.
Regia: Fernando Mendez
Sceneggiatura: Fernando Mendez, Alejandro Verbitsky
Musica: Federico Ruiz

Interpreti: Wolf Ruvinskis, Columba Dominguez, Crox Alvarado, Carlos Requerme, Arturo Martinez, Eduardo Alcaraz, Guillermo Hernández, Black Shadow (Alejandro Cruz), Yerye Berute, Emmauel Crux, Salvador Lozano, Oscar Ortíz de Pinedo, Héctor Mateos, Roberto Meyer, Ignacio Navarro, Lee Morgan, Alberto Catala, Armando Gordo Acosta

Mentre la polizia brancola nel buio alle prese con il misterioso rapimento di alcuni atleti sportivi e con il ritrovamento di un cadavere dal cranio trapanato, il dottor Ogden prepara, in un laboratorio segreto, gli strumenti per effettuare un'insolita operazione: su due letti, di fronte a lui sono allineati il corpo di un muscoloso wrestler - Guillermo Santana - e quello villoso di un grosso gorilla... L'idea del chirurgo, convinto di poter prolungare la vita di un corpo umano, è rimuovere il cervello dalla testa dell'animale e trapiantarlo in quella dell'uomo. L'esperimento - già altre volte tentato senza successo - questa volta riesce e per provare fino a qual punto possa controllare la sua creazione, il dottore rimanda l'"uomo" a combattere sul ring con il volto coperto da una maschera. Guillermo, completamente dominato dall'istinto bestiale, non ha difficoltà a sbarazzarsi degli avversari, ma ben presto il suo cervello va in "tilt": la natura selvaggia del gorilla riaffiora e il corpo ubbidisce soltanto all'istinto di distruzione. Dopo aver massacrato lo scienziato, Guillermo rapisce la sua ex fidanzata e tenta una fuga impossibile inseguito dalla polizia.

Fernando Mendez propone una sua versione dello scienziato pazzo intento a sperimentare nuove tecniche per il trapianto del cervello. La trama è folle come il suo protagonista, ma il film - a detta di alcuni - non è privo di qualità. Il mix tra Frankenstein e King Kong è condotto con una ricercatezza formale (degna di miglior causa) che evoca atmosfere espressionistiche (c'è anche l'immancabile scena della profanazione delle tombe in un cimitero avvolto nell'ombra) e che conferma le ambizioni di un regista che ha cominciato la carriera imitando John Ford e i classici dell'orrore americano.

Wolf Ruvinskis, il lottatore che qui viene trasformato in uomo-scimmia, diventerà noto in seguito con il personaggio dell'eroe mascherato Neutron.
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