THE TIME MACHINE
Titolo italiano: L'UOMO CHE VISSE NEL FUTURO
Produzione: 1960 - USA, Galaxy Film/MGM, col., 103 min.
Regia: George Pal
Sceneggiatura: David Duncan dal romanzo di H.G. Wells
Effetti speciali: Gene Warren, Tim Baar, Wah Chang
Musica: Russell Garcia
Interpreti: Rod Taylor, Yvette Mimieux, Sebastian Cabot, Alan Young, Tom Helmore, Doris Lloyd, Whit Bissel
Oscar 1960 per Effetti visivi

La storia si svolge tra il 31 dicembre 1899 e il 5 gennaio 1900. In questo arco di tempo, il protagonista, George, vive l'incredibile avventura di un viaggio nel futuro, ai comandi della macchina del tempo che egli stesso ha progettato e costruito.
Agli increduli amici invitati la sera del 5 gennaio, George - stanco e disfatto - racconta di essere stato testimone, nella sua corsa nel tempo, di una serie ininterrotta di guerre, l'ultima delle quali lo imprigiona all'interno di una montagna, costringendolo a viaggiare per secoli e secoli a venire, fino a rivedere la luce nell'anno 802.701. George si ferma ad esplorare quel mondo incredibilmente lontano, e lo scopre abitato da Eloi e Morlock: entrambe le genti, pur così diverse tra loro, costituiscono quanto rimane del genere umano. Gli Eloi vivono in uno stato di completa apatia, ignari del passato e del presente, alla luce del sole, immersi in una natura rigogliosa. I Morlock, che hanno conservato qualche conoscenza, vivono nell'oscuro sottosuolo, ma si sono mutati in br
uti dediti al cannibalismo, ed usano i loro strani macchinari per controllare e guidare gli Eloi come mandrie di bestiame per cibarsene. George racconta del suo incontro con una ragazza, Weena, di averla salvata dalla tragica fine a lei riservata dai Morlock e di avere risvegliato tra i giovani Eloi l'istinto della sopravvivenza.
Salvatosi egli stesso dalle grinfie dei Morlock che avevano sottratto e nascosto la macchina del tempo, George torna nel 1900, ma soltanto per spostare la macchina e riprendere la corsa nel futuro per liberare l'uomo dalla schiavitù e dall'ignoranza.

Posta la variabile tempo, può un corpo continuare ad occupare la stessa posizione nello spazio attraverso lo scorrere dei secoli? Il quesito sembra richiamare alla mente i paradossi degli antichi sofisti, ma a George Pal non interessa la filosofia ed il fatto che la macchina del tempo rimanga inchiodata nella stessa posizione (anche quando viene spostata) sia nel 1990 che nel 802.701 è essenziale ai fini dello sviluppo del racconto cinematografico.

La parte più interessante del film è quella iniziale, durante la quale George prende gradualmente confidenza con i comandi della macchina del tempo e visita gli anni 1917 e 1940 (quelli delle due guerre mondiali) incontrando il figlio del suo più caro amico. Agli occhi del protagonista il trascorrere del tempo è testimoniato, di volta in volta, dal consumarsi di una candela, dal rapido alternarsi del giorno e della notte, dall'aprirsi e dal chiudersi dei petali dei fiori, dal frenetico cambiamento degli abiti di un manichino in un negozio di moda femminile.
La seconda parte, quella che si svolge nel 802.701, è forse più prevedibile e convenzionale, ma è riscattata da buoni momenti drammatici (la scena del libro che si polverizza tra le mani di George è un feroce atto di accusa contro ogni forma di oscurantismo e barbarie) e il racconto degli "anelli che parlano" stende sull'avventura un velo di pessimismo vicino a quello che anima le pagine di Wells.

Oltre ai pregevoli effetti speciali, merita di essere ricordata la macchina del tempo, vero e proprio gioiello realizzato da William Ferrari, tra i comandi della quale fa bella mostra la targhetta in cui è citato il nome del suo costruttore: H.G. Wells.
Buona l'interpretazione di Rod Taylor (subentrato a
James Mason e a Michael Rennie) e del piccolo stuolo di valenti caratteristi. Nel ruolo di George - che altri non è se non H.G. Wells - si riassumono i tratti dell'eroe vittoriano, artefice di civiltà e progresso, nel rispetto della tradizione e della cultura: nella scena conclusiva, veniamo a sapere che George, di ritorno nel futuro, ha portato con sé tre libri ... la scelta dei titoli è affidata alla intuizione dello spettatore.

Nel documentario di Arnold Leibovit The Fantasy Film Worlds of George Pal (1985), omaggio alla carriera del regista, Rod Taylor presenta e rievoca alcune fasi della lavorazione del film.

Remake nel 2002 con il titolo The Time Machine.

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